Omelia del Parroco don Pietro – Notte di Natale 2020
Carissimi parrocchiani e amici,
“Con la sapienza si costruisce la casa
e con la prudenza la si rende salda;
con la scienza si riempiono le sue stanze
di tutti i beni preziosi e deliziosi”.
Proverbi : Cap. 24, 9
Il mio primo pensiero, in questa serata di Natale va a tutte quelle famiglie della nostra Parrocchia provate dal dolore, dalla sofferenza: la chiesa vi è vicino con la preghiera e la condivisione di questi momenti di fatica umana, e anche a tutte quelle persone che vivono la solitudine, la tristezza e l’abbandono.
In questo anno, segnato dalla pandemia causata dal corona-virus, stiamo sperimentando in maniera drammatica la “provvisorietà” della vita quaggiù sulla terra e mai come ora siamo chiamati a raccogliere l’essenziale della vita, a distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è e che possiamo farne a meno.
Noi vediamo che passano i regni, passano gli imperi, passano le repubbliche, passano i re, i presidenti … ma la Chiesa rimane, non passa mai. Vive sempre anche se spesso è affannata dalle tribolazioni umane.
Ma, mai, forse, come in questo Natale siamo chiamati anche a dare il benvenuto al “Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” portando una luce di speranza che illumina il cammino della nostra storia: Gesù.
Chi ci parla ancora di Gesù? Eppure è Lui che ci ha detto che Dio non è lontano e non è disinteressato alle faccende degli uomini ma che Dio è Padre, e dunque uno che si dà un gran da fare perché i suoi figli raggiungano la pienezza della vita.
La pandemia ci ha tolto il fascino della bellissima tradizione della Notte di Natale, la nascita di Gesù nella Capanna a Betlemme, i pastori, gli angeli, l’asino, il bue … i giocattoli portati da Gesù Bambino … ci ha costretti a ridimensionare le cose più care alla nostra tradizione cristiana, ma noi non ci scoraggiamo perché Gesù in questa serata in cui facciamo memoria del Natale, è vivo e vicino a noi più di quanto noi pensiamo. Gesù non è una favola per i bambini ma è Dio stesso che si fa uomo per viaggiare nella vita accanto a noi. Che bello quando qualcuno si accompagna a noi! Gesù affascina ancora. Che bello!
Gli angeli. Ma chi ci parla più degli angeli? Eppure essi sono i protagonisti principali e centrali nella venuta di Gesù sulla terra.
L’arcangelo Gabriele annuncia a Maria la nascita di Gesù facendole visita.
Essi si presentano a Giuseppe quando è assalito dal dubbio sulla gravidanza di Maria e decide di non sposarla, vivendo un tempo di profonda crisi.
Gli angeli annunciano ai pastori la nascita di Cristo Salvatore.
Gli angeli cantano nella notte: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace sulla terra agli uomini che egli ama”.
Gli angeli suggeriscono a Giuseppe di fuggire in Egitto perché Erode cerca il Bambino per ucciderlo.
Anche nella nostra vita gli angeli hanno la funzione di accompagnarci: vi ricordate quando la nonna vi faceva recitare l’angelo di Dio perché vi proteggesse!
Insieme a questo quadro idilliaco del Natale si affaccia a noi un tempo difficile e carico di interrogativi e di problemi umani, economici e di relazione.
San Paolo scrive: Il momentaneo, leggero peso della nostra sofferenza ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, giacché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le colse visibili sono d’un momento, quelle invisibili eterne”. 2 Corinti 4,17-18
Un tempo si cresceva progettando il futuro con e per i nostri figli, ora ci stiamo rendendo conto che la progettazione non dipende più tanto da noi, non sappiamo se il domani ci sarà donato come storia da vivere.
Ci chiediamo: c’è un futuro? Abbiamo un futuro?
Abbiamo un presente da vivere le cui indicazioni ci sono date dalle parole dei “Proverbi” che ho citato all’inizio : Sapienza, prudenza, scienza sono le nuove coordinate da impostare nella nostra vita.
La Sapienza: ci illumina sull’essenziale della nostra vita e su ciò invece che è effimero e passeggero. Siamo chiamati a fare delle scelte, ad andare avanti e a ridimensionare il nostro vissuto giornaliero.
La Prudenza: ci fa stare con i piedi per terra senza, con gli occhi aperti e vigili per non fare passi falsi che conducono al disfacimento del vissuto quotidiano.
La scienza, ci fa mettere le basi per la costruzione di un avvenire che tenga conto delle nostre forze e dei limiti inevitabili a cui dobbiamo sottostare: “Dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne dovete mangiare, perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” Gen. 2,16-17
Ci sono dei limiti invalicabili a cui dobbiamo abituarci.
Ma, quali sono i valori da tener fermi e che in questo Natale dobbiamo riscoprire non solo a parole ma nel vivo della nostra casa:
- Il colloquio personale con Dio nel caldo della nostra famiglia: non basta vedere o seguire la messa o il rosario alla TV, bisogna entrare in dolce colloquio con noi stessi alla luce del nostro essere profondo che richiama la nostra immagine di Dio. “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, Genesi 1
- La famiglia: essa esige che noi dedichiamo a lei del tempo. In molti hanno scoperto che la famiglia è un valore fondamentale che esige eroismo da entrambi i coniugi. Sono molti che lottano per tenerla in piedi in vista del benessere dei figli.
- I figli: ci stiamo rendendo conto che non sono soprammobili da collocare in luoghi e tempi stabiliti, ma che essi sono risorse da coltivare. I figli esigono la nostra maturità umana e il nostro eroismo.
- La fede: una fede che non ci conduca a dilatare le devozioni, pur utili e importanti, ma a sperimentare il fatto fondamentale della nostra vita e cioè che “siamo amati” e che da questa esperienza noi siamo chiamati a riverberare questa gioia di vivere con gli altri. La fede non è qualcosa che piove dall’alto, ma è un “fatto” a cui io sono chiamato a dare una risposta. Se fosse un dono: mi chiedo perché a me è stato fatto e a un altro no? La fede è una scelta di vita: è l’aver incontrato Qualcuno che si è fatto storia ed è venuto in mezzo a noi. Essa (la fede) non si riduce alle quattro regole da osservare ma è un attingere al pozzo dell’intimità con Gesù unico Salvatore del mondo e unica stella cometa al fine di profumare la nostra vita perché chi ci avvicina dica: “Ma quale profumo hai indosso oggi”?
- La Messa: condividere con Gesù il Pane e il Vino, Corpo e Sangue, facendo memoria dell’ultima cena è parte sostanziale e integrante della nostra fede.
La Rivoluzione francese di scolastica memoria, aveva coniugato uno slogan che aveva tre parole come simbolo rivoluzionario: libertà, fraternità e uguaglianza. Oggi siamo chiamati a scoprire la vera fraternità che non consiste solo nel dare qualcosa a qualcuno ma nel condividere qualcosa di nostro con qualcuno. La società odierna, nonostante la millenaria tradizione cristiana, è ancora in cammino verso una libertà che non scada nel libertarismo, verso un’uguaglianza che non scada nel privilegio, ma verso una fraternità capace di integrare gli scarti prodotti dalla civiltà consumistica.
Ecco fratelli continuiamo questa liturgia natalizia mentre auguro a tutti voi, alle vostre famiglie, parenti ed amici un felice e Santo Natale che abbia il sapore di un incontro significativo da portare in famiglia: quello con Gesù. Amen